Si è conclusa l’operazione di ricostruzione dell’Orologio acqueo archimedeo a ore disuguali, da manoscritti arabi.
La prima copia dell’Orologio è ora esposta presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Roma – Tor Vergata. La seconda copia è stata spedita presso il Museo di storia delle Scienze esatte di Mascat, Sultanato di Oman.
Manoscritto arabo. Bibliothèque Nationale de France
http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b52000453w/f73.item
http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b52000453w/f83.item
Il gruppo di lavoro si è così formato:
Franco Ghione, direttore del Centro di Ricerca e Formazione permanente per l’insegnamento delle discipline scientifiche dell’Università di Roma – Tor Vergata;
Laura Catastini, componente del Consiglio Direttivo del Centro;
Felice Ragazzo, designer, docente di design presso il Corso di Laurea in Disegno Industriale – Sapienza Università di Roma;
Giovanni Casini, esperto di didattica della Fisica presso il Laboratorio di Didattica della Fisica e della Matematica dell’Università di Roma – Tor Vergata;
Felice Patacca, titolare del Laboratorio di modellistica ArchDelta, Roma; Walter Sergiusti, modellista, Roma;
Nella sezione de “Le Pagine dell’ADI – Associazione per il Disegno Industriale” a cura di Dario Moretti, sul n. 151 di Op. cit., ho pubblicato sull’argomento un saggio dal titolo: Acqua, Tempo, Design. Su Archimede e Abūlūnuyūs al-Nağğār al-Handasī, visibile on-line sul sito:
http://www.opcit.it/cms/?p=524 Pgg.73-88 (sezione di colore giallo).
La presentazione del saggio è la seguente:
___________________________________________________________________
Le pagine dell’ADI – ASSOCIAZIONE PER IL DISEGNO INDUSTRIALE
a cura di Dario Moretti
___________________________________________________________________
Che senso ha fare design partendo da un oggetto storico (anzi, da un documento che risale a un oggetto pensato nel III secolo a.C.) fondato su funzioni e tecnologie senza alcuna possibilità di diffusione sul mercato di oggi? Prendere le distanze dal mercato può far molto male al design, ma a certe condizioni fa benissimo alle idee dei designer e alla loro cultura professionale.
In questo caso particolare ricostruire un esemplare funzionante di un orologio ad acqua il cui progetto è attribuito ad Archimede (e i cui disegni ci giungono attraverso un trattato arabo del X secolo) diventa un’iniziativa di design perfettamente attuale. Non si tratta di interpretazione filologica ma del percorso delle idee (principi fisici, concetti meccanici, idee formali) che occorre ricostruire e coordinare in un processo per arrivare a soluzioni progettuali concrete.
Felice Ragazzo, docente di Tecnologie e Progettazione al Corso di laurea in Disegno industriale della Sapienza Università di Roma, insieme con un gruppo di lavoro del Centro di Ricerca e Formazione permanente per l’insegnamento delle discipline scientifiche dell’Università di Roma Tor Vergata, ha ricostruito l’orologio ad acqua di Archimede e illustra qui il percorso con tutte le sue ricadute positive: concettuali, formative e alla fine perfino di immagine del design italiano.
Un percorso caratterizzato dallo stesso atteggiamento che sta alla base dei principi professionali che l’ADI sostiene dagli anni Ottanta e che ha recentemente ripreso con il suo Design Memorandum 2.0, il manifesto etico che esprime la fisionomia del designer nel prossimo futuro così come l’ADI vuole promuoverla: la figura di un professionista che frequenta le linee di confine tra scienza, tecnica, comportamento, percezione estetica, per farne una sintesi in un oggetto funzionante. Un percorso che – come dimostra il progetto dell’orologio di Archimede – sfocia non solo in una salutare ginnastica mentale per i designer, ma anche in una fisionomia del Made in Italy e della creatività non propagandistica e quindi tanto più solida e duratura.